D.Gray-man: Endless Innocence

Innocent until contrary proof, Una fiction dal titolo che fa ca***e, lo so XD

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Mizu De Tsuki
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 12:25




*Si era dimenticato di inserire le note d'autore u.u''''*
Duuuunque, avevo detto tempo fa che vi avrei fatto leggere una fiction su D-Gray Man che avevo iniziato da Gennaio, ma che, a causa di scarsa ispirazione, ho un po' abbandonato ^^'
Ma ora penso che sarò più continuo à_à
A quei pochi a cui ho fatto leggere questi primi capitoli della fiction, era piaciuta ( Meno Urologo, che si è proprio grattato la pancia quando gliel'ho fatta leggere u.u'' , quindi spero che piaccia anche a voi ^o^( Onestamente sta piacendo anche a me X'D come direbbero nella pubblicità della Vitasnella, per piacere, bisogna piacersi, EH! U.U)!
Bene à_à basta parlare e andiamo avanti, buena vista! X3


Innocent until contrary proof



Long Fic

Yaoi / Etero

Alternative universe
Introspettiva

[ Lemon + Nc 17 in alcune scene ]


Capitolo I

La sua matita si muoveva in maniera lineare e precisa, senza nemmeno fare un errore.
Creò prima una testa e si aiutò con le linee guida.
Passò poi al corpo e agli arti.
Dopodiché fece un'altra figura di base, solo più alta.
Disegnò poi vari particolari dei due soggetti.
A uno i capelli che scendevano quasi alle spalle, un braccio ( il sinistro) annerito dalla matita di proposito per renderlo diverso dall’altro. Una cicatrice sull’occhio sinistro e un’espressione di paura.
All’altra figura, quella più alta, tracciò dei lunghi capelli a coda di cavallo, neri, uno sguardo arrabbiato e caricato al massimo. Aveva della specie di budino sulla testa, teneva in mano una spada e rincorreva il primo soggetto disegnato.
Aggiunse uno sfondo simile alla mensa della loro scuola e cancellò le linee guida.
Guardò il disegno con un ampio sorriso birichino e lo passò alla ragazza di fronte a lei.

Linalee stava cercando di risolvere un intricato problema di matematica che il suo senpai* gli aveva assegnato per farla esercitare e prepararla all’interrogazione di matematica del giorno seguente.
Tra il grafico di una retta che intersecava l’asse y nel punto due e un secondo teorema di Euclide, vide all’improvviso una caricata riproduzione della vicenda di quel giorno a pranzo, quando Allen aveva fatto cadere il suo budino dal vassoio proprio addosso a Kanda, che, infuriato, si era alzato e lo aveva inseguito con quella benedetta spada che si portava durante le lezioni di kendo.
Linalee rise divertita vedendo la faccia terrorizzata di Allen e quella arrabbiata di Kanda..
- Wow Lavi! Li hai fatti benissimo! Povero Allen! Oggi si è rifugiato direttamente a casa mia- ridacchiò e spiegò:- Aveva visto Kanda appostarsi davanti casa sua quando era uscito da scuola –
I raggi del sole mettevano più in risalto i suoi occhi viola socchiusi per il riso, nonché i riflessi verdi dei capelli raccolti in due lunghe code che le cadevano ai fianchi.
Il disegnatore, dai capelli rossi, un occhio bendato e un altro scoperto, verde smeraldo, un viso sottile e affinato, scoppiò a ridere a quella rivelazione.
- E’ meglio se Allen d’ora in poi viene a scuola con una maschera per non farsi riconoscere. Kanda lo disintegra! –
- Poveretto. E’ arrivato da poco in città, figurati! –
Lavi annuì esasperato, mise il disegno da parte e riprese il suo libro di analitica di due anni fa, lo stesso di Linalee.
- Allora, Linalee, ti trovi con il problema?-
- No, non riesco a calcolarmi il fascio di rette…- poggiò una mano sulla guancia, sconsolata.
- Dai, non demoralizzarti – le sorrise Lavi, accarezzandole affettuoso i capelli – Basta che dai a x il valore di 1 e ti trovi!-
L’altra arrossì leggermente a quel tocco.

“Le sue mani… così calde e dolci quando mi accarezzano…”

- Ah…Sì sì…Hai ragione, gomenasai* …- scrisse qualche spiccio risultato con la sua elegante calligrafia e sospirò esausta:
- Perché la matematica deve essere così fredda e razionale come materia?- piagnucolò guardando la finestra fuori.
Lavi corresse anche quell’esercizio con soddisfazione.
- Io adoro la matematica. E’ tutto ragionato, tutto logico e tutto appare così come la mente ci rende ovvio… -

“ Ed è anche una materia in cui non devi dimostrare troppo di tuo… Tutti d’accordo sul fatto che 2 più 2 è uguale a 4…” pensò malinconico.

Linalee replicò:
- Ma è brutto quando non c’è qualcosa di più “irrazionale”, lasciamelo passare… Per questo adoro tanto le materie umanistiche, poiché nascono dall’uomo, ente irrazionale e razionale assieme…-
- Come siamo filantropi!- scherzò sarcastico.
Linalee rise:
- Ehi, Lavi, se vuoi inizio ad andarmene e mi faccio i teoremi di Euclide e di Pitagora a casa, tanto li ho capiti abbastanza…- disse mortificata. Stavano facendo matematica da due ore. Lavi forse era stanco…

“ E poi deve prepararsi…” pensò un po’ triste.

Il rosso le ammiccò e disse di buon umore:
- Ma no…stai tranquilla… Tanto Tyki viene da me più tardi a prendermi e devo solo farmi una doccia e prepararmi…- sdrammatizzò.
E poi le piaceva la compagnia di Linalee.
- Ok…-
Sorrideva, ma dentro di sé si sentiva davvero giù.
Iniziò a esporre prima il Teorema di Pitagora, il più sempliciotto, poi il primo di Euclide e due volte il secondo di Euclide.
Intanto arrivò il nonno di Lavi, Bookman, così almeno lo chiamavano tutti, poiché era il libraio della piccola città. Non si conosceva il suo vero nome, così come non si conosceva nè il passato suo, nè quello di Lavi.
Aveva con sé un vassoio pieno di dolci.
- Tieni Linalee. Ti vedo sciupata…- commentò mettendo il vassoio in mezzo al tavolo.
- Arigatou, Bookaman-sama…- ringraziò contenta Linalee, che morse un biscottino.
Lavi, offeso, portò le braccia dietro la schiena e si mise scomposto sulla sedia.
- Vecchio panda… Fai i biscotti solo quando ci stanno ospiti, A me non pensi mai!– mise il broncio.
Bookman in tutta risposta gli diede un piccolo colpo alla testa con un giornale che teneva in tasca.
- Vedi di fare poco il baka – grugnì e ritornò in cucina.
Linalee rise e finì di dire gli enunciati.
Dopodiché insistette per andare, visto che mancava pochissimo alle sette.
- Arigatou gozaimasu* , Lavi. Domani forse ce la farò a prendere una sufficienza- sorrise ottimista.
Non voleva deludere Lavi.
- Ma anche un buono, se ti impegni e credi in te stessa!- le ammiccò, accompagnandola alla porta.
Arrivati all’ingresso, Linalee lo abbracciò socchiudendo gli occhi e arrossendo:

“ Il suo profumo, così rasserenante…”

Anche Lavi ricambiò la stretta, con un po’ di timidezza e le sorrise radioso.
- Ci vediamo domani sera in discoteca allora?-
- Hai* – affermò la ragazza – Divertiti con Mikk…-
A Tyki lo chiamava sempre per cognome. Non ci riusciva a chiamarlo per nome.
Un po’ perché non avevano grandi confidenze.
Un po’ perché non l’aveva mai trovata una bella persona.
Un po’…

“ Perché deve essere il ragazzo di Lavi?!”

Si vergognò da morire a quel pensiero, mentre salutava Lavi e correva veloce come una gazzella verso scuola di danza.

“ Semplicemente perché è mio amico e lo devo considerale tale…” pensò realistica e fredda, mentre le luci dei lampioni della città di Arche Blanche illuminavano i suoi agili passi…

Note*
- Sama* signore/a
Sempai: collega, compagno di grado superiore. Il contrario, per intendere chi è a un livello inferiore, è Kouhai
Gomenasai: Scusa
Arigatou gozaimasu: grazie mille
Hai: Sì


Capitolo II

- Uno..due…tre…quattro…Road guarda davanti e non distrarti…- ammonì velocemente Cloud-sensei* mentre guidava le sue allieve ballerine a ritmo di musica.
Il pianista muoveva cinque dita bianche con unghie rosa pallido e cinque dita rosse con unghie nere sui tasti del pianoforte.
Ci metteva armonia in quelle note che facevano danzare le ballerine e che permettevano a Cloud-sensei di dare tempo.
- …Cinque…sei…sette…otto… Fatemi un Arabesque – impose la donna con le braccia incrociate e il viso puntato sulle ballerine che non riuscivano ad organizzare a tempo il passo richiesto.
Nessuna ci riusciva.
Meno una.
Il suo corpo era sinuoso e ben proporzionato.
I glutei che rimanevano sodi, mentre la fanciulla alzava una gamba oltre i 90°.
Le sue braccia erano scattanti ma aggraziate, tese ma morbide, mentre si posizionavano ai loro rispettivi posti: un braccio davanti alla sua visuale e l’altro lateralmente, quasi perpendicolare all’angolo formato con la gamba alzata.
Il suo viso soltanto stonava con quella grazia felina, con quella divisa bianca, con quel “dono” nella danza.
Un viso pensieroso.
Concentrato, sì, ma non per danzare.
Il suo corpo soltanto danzava, ma non la sua mente.
Linalee era proiettata a pensieri che si trovavano a 500 metri di distanza.

“ Lavi…”

Cloud alzò un cipiglio e osservò per l’ennesima volta quella ragazza;

“ Bella, brava e cara, ma morta…”

- Fatemi un pliè-

Il pianista dai capelli bianchi e abbastanza lunghi intonò un ritmo più lento.
Sorrideva dentro di sé.
Adorava suonare al pianoforte.
Intercettò la figura di Linalee, e sorrise:

“ Come io me la cavo a suonare il pianoforte, lei è un vero angelo danzante…” pensò ammirato mentre ella fletteva le gambe flessuosamente come tutte le altre danzatrici.

Continuò con quelle note per cinque minuti meno cinque secondi contati, quando Cloud esigette:
- Piroette e passè -
Le ballerine misero le mani nella prima posizione ( “a canestro” così si divertiva a pensare il pianista), fletterono una gamba e la posizionarono lateralmente, dandosi la “carica” mentre con il piede ancora a terra si tenevano in equilibrio.
E ruotarono.
- Ancora…- impose Cloud-sama.
Lo ripeterono.
- Ancora...- insistè la donna.
Obbedirono per un’altra decina di volte. Qualcuna riuscì a continuare. Altre si fermavano per paura di cadere.
- Ancora. Ancora. Ancora!- tuonò la “domatrice”.
Come mosche e zanzare, le ballerine iniziarono a cadere per cercare di fare sempre di più.
Solo una tra tutte danzava ancora.
Linalee.
Non batteva ciglio. Continuava imperterrita a ruotare a ritmo della musica calzante che il pianista dagli occhi grigi suonava.
La giovane farfalla continuava a ruotare sul proprio asse, assomigliando sempre di più a un vortice vivente.
Vorticoso corpo.
Vorticosi pensieri.



Ti conosco da due anni.
Eri arrivato qui, in questa città con tuo nonno.
Ricordo ancora il primo giorno in cui ti avevo visto, davanti al davanzale della porta di casa .
Leggevi annoiato un libro con l’unico occhio che ti era disponibile.
Ti prendo per mano e ti porto con me in Chiesa, dato che era domenica mattina.
Tu pensavi che ti avessi preso per un demonio da esorcizzare e ti eri offeso anche.
Ricordo ancora quanto avevo riso prima di sciogliere i tuoi dubbi.
Seguimmo insieme la messa, poi ti portai al parco e parlammo un po’ di ciò che ci piaceva e non.
Già ti avevo capito da quel momento…
Sembravi nascondere una maschera, un timido diavoletto dietro ad un volto tranquillo, pacifico e serio.
Ed era bello quando spostavi anche solo di un po’quella maschera.
Mostravi la persona che mi piaceva…
…E che mi piace ancora…
Tu non ti ricordi nemmeno che cosa avevo fatto quando ti ho riaccompagnato a casa quel pomeriggio, sempre quando ci siamo incontrati per la prima volta .
Mi fermai davanti alla staccionata e ti diedi un bacio alle labbra goffo e veloce.
Corsi poi via come il vento a casa, dove il mio nii-san mi aspettava per la cena.
Ma tu?
Tu non ricordi niente di quel giorno, se non del fatto che avevi trovato una nuova amica. Già lo so.
Sai ora che cosa mi viene in mente, mentre continuo a ruotare a tempo della musica?
Mi ricordo di quando tutte le ragazze della mia classe erano rimaste deluse quest’anno dal fatto che eri passato “ all’altra sponda”…
I ragazzi iniziavano a gettare voce in giro.
Non sai cosa abbiamo passato Kanda ed io per farli stare zitti tutti.
Per fortuna Kanda è capace di minacciare qualcuno di evirarlo con la Mugen* senza nemmeno pensarci due volte!
E così sono passati sei mesi con questo Tyki.
Non ti ho mai espresso giudizi su di lui.
E mai te li esprimerò.
“Gelosa?” mi fa qualche volta Kanda.
E per l’ennesima volta negai.
Per l’ennesima volta dico una bugia.
Per l’ennesima volta continuo a sorriderti e a incoraggiarti.
Per l’ennesima volta devo sacrificarmi.
Odio sacrificarmi, Lavi…




Finì di ruotare quando sentì di non farcela più.
Creò maggior attrito tra il suo piede e la terra, iniziando a frenare.
Lo fece con grazia, proprio come era partita.
In quel momento il pianista dal radioso sorriso suonò le ultime note, dando la possibilità a Linalee di dare un finale soddisfacente a quella esibizione improvvisata.
Linalee sorrise, fece un piccolo e timido inchino, portando la gamba destra dietro e flettendo le ginocchia.
Le ballerine iniziarono ad applaudire ammirate, di fronte a sei anni di danza classica, flessibilità e grazia innate, nonché coraggio da paura.
Cloud-sama, che non era mai stata quel tipo di persona che elogiava con applausi e complimenti le sue allieve, fece un debole sorriso e commentò:
- Se riuscissi a metterci anche il cuore in ciò che fai, saresti unica del tuo genere…-
Detto questo salutò le ragazze e diede loro appuntamento per lunedì prossimo, stessa ora…

Mentre intonava la “Per Elisa” con dei suoni nasali, il pianista passeggiava per il prato della scuola, aspettando che Linalee uscisse.
- Eccomi, scusa il ritardo, Allen-kun*. Road mi intratteneva- rispose affrettata la ragazza.
Indossava una giacca nera e aveva i capelli di nuovo legati in due code. Diede un affettuoso bacio alla guancia del pianista Allen, che arrossì.
- No, figurati… Road è la ragazzina con i capelli blu scuri, giusto?- aveva una voce limpida e cristallina, nonché cordiale e serena.
- Esatto. E’ della famiglia Noah…-
- Noah?- domandò Allen sfregandosi l’occhio sinistro, deturpato da una strana cicatrice…
- Sì, è la famiglia retta dal Conte, il reverendo della città…-
- Come fa un conte ad essere anche reverendo? –
Linalee fece spallucce.
- So solo che prima di farsi reverendo conduceva una vita nobiliare, che ha successivamente ripreso per stabilirsi qui, in questa città…-
- Hum...quindi Road è sua figlia?-
- No. Il Conte e i giovani della famiglia Noah non hanno legami di parentela a quanto pare… Non ti so dire come si sono conosciuti. Noi della città di Blanche Arche non parliamo tanto dei Noah… Non…- si morse il labbro e constatò:
- … Non è gente molto raccomandabile, ecco tutto…- ammonì ad Allen.

“ Lo stesso Tyki è dei Noah…e il suo carattere mi fa venire i brividi…” si impensierì la ragazza.

- Lo terrò a mente…- le fece un sorriso sincero e presero a camminare.

Passeggiavano verso casa di Linalee.
Komui, il fratello di Linalee, aveva raccomandato Allen di accompagnare Linalee a casa tutte le sere che c’era danza durante la scuola serale.
Stranamente Komui riusciva a fidarsi di Allen, sebbene quest’ultimo fosse arrivato in città da sole due settimane ed era a stento riuscito a cucire amicizie con qualcuno.
Non era un ragazzo molto espansivo, tuttavia riusciva ad affascinare la gente con la sua semplicità e vivacità.

“ Già…deve essere per questo che Komui già mi tiene in simpatia… Altrimenti non faceva avvicinare Linalee a qualche altro maschio nemmeno se questo era un figlio illegittimo del papa” pensò ironico Allen.

Poi si paralizzò, pensò allarmato e con il volto oscurato dalla paura:

“ Questo significa che se proprio per sbaglio toccassi Linalee…” guardò la ragazza allarmato “ ... Mi disintegrererebbe!?!?”

- Allen-kun, tutto apposto?- domandò la ragazza ruotando la testa di lato, incuriosita.
- S-sì sì…! Benissimo- improvvisò cercando di guardare positivo.
- Te l’ho già detto che sei bravissimo a suonare comunque? Crowley anche se la cava, ma tu sei davvero un portento!- esclamò Linalee entusiasta.
- Arigatou gozaimasu… Ma non è niente di che, davvero…- mormorò Allen grattandosi la testa un po’ impacciato e apparendo il più modesto possibile.
- Non essere scemo! Ce l’hai proprio nel sangue! Sono sicura che dopodomani in Chiesa sarai bravissimo a suonare all'organo. Verrò anche un po’ prima per sostenerti – gli sorrise dolce.
- Wow, Linalee… Non devi… Abbiamo anche la discoteca la sera prima!- esclamò Allen.
- Tanto Komui non mi fa tornare dopo l’una e mezza… E pensa che ho anche faticato per ottenere questo orario!- sospirò esasperata.
Allen rise, anche se lui proprio si trovava nella situazione opposta a quella di Linalee.
Se Komui si preoccupava per Linalee, Cross non se ne fregava assolutamente di che orario potesse fare il suo “stupido tutelato”.
Arrivarono davanti casa di Linalee.
- Grazie di tutto Allen-kun – sorrise la ragazza.
- Figurati! E’ un piacere…-

“ Sarebbe ancora di più un piacere se io non rischiassi la vita per aver preso troppe confidenze con te però” pensò depresso, guardando la porta dell’uscio aprirsi e far spuntare una macchia di capelli viola, degli occhiali e un viso sottile e abbastanza simile a quello della nee-chan.

- LINALEEEEEEEEEE!-
Il buon vecchio Komui andò a stritolare la sorellina come se fosse un peluche.
- Mi sei mancata tanto oggi!-
Iniziavano a uscirgli i lacrimoni dagli occhi.
- Nii-san!- esclamò esasperata Linalee, arrossendo per tutta quella sceneggiata a cui Allen stava assistendo, cercando di farla apparire una cosa logica e naturale.
- Kombawa*, Komui-san!- fece un inchino di saluto.
- Allen-kun! Salve a te! Grazie del disturbo!-
- No, si figuri. È sempre un piacere- sorrise e salutò Linalee: - Ci vediamo domattina a scuola!- e iniziò a camminare a passo veloce verso casa.
- Ok, Allen-kun! Arigatou Gozaimasu!- sventolo il braccio Linalee, mentre quello di Komui la risucchiava in casa e le faceva le feste…

Nii-san: fratello(ne)
Nee-chan: sorellina
Kombawa: Buonasera.


Capitolo III


Allen infilò le chiavi di casa nella fessura della porta e entrò.
Ad accoglierlo furono due cose: il suo micio, Timcampy giallo come un canarino, che miagolava in sua direzione.
L’altro era un duetto di voci che si sovrapponevano, come se litigassero tra loro.
Allen prese Tim tra le braccia, gli diede un affettuoso bacio sul pelo e lo appoggiò alla sua schiena, facendolo accoccolare a sé.
Mentre questi faceva le fusa, Allen si diresse in cucina, da dove proveniva il litigio.
- Io continuo a ripeterle, Cross-sama, che non sono un Vampiro!- esclamò offeso un uomo dalla carnagione bianca, i capelli essenzialmente neri, ma con un ciuffo bianco. I suoi occhi erano neri e caldi, mentre dalle labbra uscivano due canini sorprendentemente lunghi.
Portava un mantello lungo e nero.
- Stronzate, DraCulo. Se non fossi un Vampiro, allora perché hai fatto scattare l’allarme di casa mia? Per venirmi a succhiare il sangue, ammettilo!- gracchiò un uomo alto, con i capelli rossi e lunghi e una maschera gessata che gli copriva l’occhio destro fino allo zigomo. Sebbene avesse quella parte del viso gessata, emanava un carisma e un fascino sorprendentemente intensi per la sua età.
Fumava una sigaretta, sdraiato su una sedia in una posizione molto scomposta, con tanto di piedi sul tavolo, e puntava una pistola molto elegante contro il suo interlocutore.
- Perché, come detto fino alla nausea, non ne ho idea!-
- Qui è il MIO Giudizio che conta, e per me sei un Vampiro – abbassò il cane dietro la pistola, provocando un muto silenzio.

Allen alzò gli occhi al cielo e avanzò tranquillamente tra i due, interponendosi nel mirino dell’altro.
- Kombawa, Aleister Crowley…- salutò il ragazzo-vampiro con un sorriso gentile ed ignorò completamente il rosso.
- K-kombawa, Allen-kun…-
-Come stai?-
- Ehm…potevo stare in situazioni migliori… Tu ?-
- Sì, tutto bene… –
- Vuoi anche stare a cena da noi? Posso dormire con te nella tua bara? Guardiamo l’alba assieme?- Cross imitò la voce limpida e un po’più acuta di Allen, rivolgendosi a Crowley.
Poi riprese i suoi modi bruschi:
- Ma sei coglione o cosa tu, “tutelato”? – domandò in tutta tranquillità, abbassando di un po’la pistola.
- Diciamo piuttosto che lei si è bevuto il cervello, “ tutore”…- rispose freddo Allen, facendo accomodare sulla sedia a capotavola un Crowley perplesso.
- Ti ho per caso detto di poter interferire?-
- Sì, tutore, hai avuto il buonsenso di farti dire da me che quegli allarmi che hai disseminato per tutto il giardino sono i-nu-ti-li. Hai avuto la grazia di chiedermi chi fosse il mio amico e di invitarlo a cena per scusarti di averlo quasi sparato, se non fossi venuto io..- disse Allen iniziando a prendere piatti, posate e bicchieri, apparecchiando per tre.
- Appunto!- esclamò Crowley sentendosi tirato in causa – Stavo cercando di venire a trovare Allen-kun per dargli uno spartito…- estrasse uno spartito di pianoforte dal mantello – … Suona improvvisamente l’allarme e lei mi punta contro una pistola!-
- Pff… Tu…- puntò nuovamente la pistola a Crowley – Dimmi chi cazzo sei e tutti i tuoi dati biografici se non vuoi che ti tramortisco con un proiettile d’argento su per il culo…- impose tranquillamente.
L’altro deglutì e iniziò a parlare con superiorità.
- Sono Aleister Crowley. Vivo nel castello che si trova sulla rupe. Quella vicina a Blanche Arche. Mio nonno è deceduto da tempo e ora vivo solo io nel castello…-
- Ah sì… Conoscevo tuo nonno… Da quanto so, è stato un sostenitore di Blanche Arche da anni or sono…Mi ha rattristato la sua morte…- il rosso bevve poi un sorso di vino.
- Tu che ti rattristi? – domandò Allen iniziando ad accendere il fuoco sotto la pentola. - Se davvero sei triste…- ma fu interrotto dallo stesso Cross.
- Mentre aspettiamo che il marmocchio cucini, giochiamo a poker, Vampiro!- gli occhi si accesero di una nuova luminosità.
- Ecco…- mormorò piatto ed esasperato Allen, mentre versava l’acqua in pentola.

Dopo una serie di sconfitte a poker per Crowley, Allen portò da mangiare e offrì una dose in più di zuppa al nobile, in parte per consolarlo dalle sconfitte contro quel mostro del poker del suo tutore, in parte perché era un ospite e basta.
Dopo cinque minuti di silenziosa cena, il rosso domandò annoiato:
- Allora. Come hai conosciuto questo degenere di tutelato che mi è toccato? –
- Ah! Beh… Non so se lo sa… Ma da quando mio nonno è morto, io non ci riuscivo a stare chiuso nel castello. Così sono sceso in città e ho conosciuto un po’ gente. Al mio primo impatto con la città, solo Allen-kun, Lavi-kun e Linalee-kun mi hanno trattato con benevolenza. Gli altri mi additavano, mi deridevano e mi disprezzavano…-
- …come un tutore di mia conoscenza…- interruppe Allen un po’acido.
Quando si trattava di Marian Cross, Allen si incupiva e diventava molto più tagliente del solito, ma evidentemente la cosa non faceva né caldo né freddo al rosso.
- Io non lo disprezzo! Voglio solo assicurarmi che non mi succhi il collo a tradimento…- mormorò il pistolero portando indietro i suoi capelli ed esponendo nuovamente un certo charme.
Crowley si grattò nervosamente il ciuffo e proseguì:
- … Comunque Allen-kun mi ha portato con sé a mangiare da Jerry-pon, così mi sembra che si chiami, e ho scoperto che anche a Allen-kun piace suonare il pianoforte…-
- Già…abbiamo entrambi questa passione…-
- Solo che lui ce l’ha proprio nel sangue! – constatò solennemente, come se sfidasse chiunque a contraddirlo.
- Confermo…- intervenne Cross – ogni giorno si mette con quel cazzo di pianoforte in casa e suona, suona, suona. E basta! Vampiro. Tu ce l’hai un pianoforte a casa, vero?-
- Mi chiamo Crowley!- specificò esasperato – E comunque sì, ce l’ho un pianoforte…-
- Bene. Portatelo con te al bel castello marcondirondirondero e schiaffalo su quel pianoforte. Così me lo sciacqui un po’ dai coglioni – disse con disinvoltura.
Allen si alzò dal tavolo e mormorò a denti stretti:
- Crowley, faremmo meglio ad andare in camera mia. Certa gente raccoglie quel che gli fa più comodo e non si assume le sue responsabilità…-

“ Teniamo conto del fatto che non ti ho mai potuto nemmeno chiamare “padre” anche se mi hai trovato per strada quella notte…”
La notte in cui…
“ E’ morto Mana…” pensò triste.

Cross si accese con estrema tranquillità una sigaretta e si limitò al silenzio.
Non vedeva perché doveva dare spiegazioni.
Voltò la testa verso la finestra e aspettò che se ne andassero.
Allen gli rivolse un’ultima occhiata piena di rancore e portò con sé Crowley ai piani di sopra.

- Tutto bene tra te e lui?- domandò Crowley, facendo giocare Timcampy con una pallina gomma.
- Beh…diciamo che non abbiamo il miglior rapporto che si possa avere tra un tutore e il suo protetto…- rispose Allen sul seduto sul letto della camera, la quale era bianca e ricoperta di poster di varie cose: mappe stellari, suonatori di piano famosi, gli Evanescence, che adorava alla follia, assi di carte francesi, un drago nero che combatte contro un cavaliere bianco ed un kanji giapponese che significa: Innocenza.
- Ma potreste migliorare se vi fosse più cordialità e armonia tra voi…- accarezzò il piccolo felino con un indice dietro il suo orecchio.
- Credimi, Crowley…E’ difficile con cinque anni in cui hai fatto da vero e proprio servo per lui...-
- Dai…servo…- cercò di alleggerire Crowley – Sono certo che era solo molto severo e esigente! Anche mio nonno era così…-
- No, mio caro…Tuo nonno non penso che ti facesse risarcire i suoi debiti, fare lavori forzati e truffare soldi alla gente al posto suo con il poker…- disse molto tranquillo Allen, guardando la luna.
Scese il silenzio.
- Ehm… In compenso mi faceva allevare delle piantine carnivore…-
Si guardarono un attimo e scoppiarono entrambi a ridere.

- Crowley, allora ci vediamo domani sera, promesso? Linalee ci tiene che venga pure tu in discoteca, lo sai…- sorrise Allen, accompagnando Crowley alla porta dopo un certo orario.
- Ci conto… Anche se non so come venirci… Cioè… Vengo così come sono vestito?- indicò i suoi attuali vestiti.
- Onestamente non lo so nemmeno io come venirci- ridacchiò Allen – Andiamoci come ci sentiamo di andarci…-
- Giusto! L’importante è sempre e solo essere se stessi…-
- Hai!-
Allen aprì la porta a Crowley.
Questi lo guardò un attimo.
Poi timidamente abbracciò l’albino e gli sussurrò:
- Dio benedica il giorno in cui hai messo piede a Blanche Arche, Allen Walker…-
- …G-grazie…-
Arrossì dalla punta dei piedi in su di fronte a quel contatto.
Crowley si staccò, gli sorrise e gli augurò una buona notte.
- Era ora che se ne andasse…- gracchiò Cross dalla cucina, non curandosi del fatto che l’ospite potesse essere ancora a portata d’udito.
Allen si girò e andò ad affrontare Cross in cucina.
- Riprendiamo un po’ il discorso che abbiamo interrotto prima che io andassi a scuola, “tutore”…- marcò per bene quella parola.
- Ovvero?-
- Sì, bravo. Fai finta di non saperlo. Alludo al trasferimento in questa città-
- Non ti piace?- domandò con un cipiglio alzato.
- No, non dico affatto questo, anzi! Mi… Mi piace tantissimo…-
- E allora di che ti lamenti? Ti fa bene cambiare un po’ aria!- replicò, soddisfatto di se stesso.
- Mi lamento del fatto che tu prenda in giro la mia intelligenza… Ti conosco da cinque anni, Cross, e mai una volta ti sei interessato di me, se non per risarcire i tuoi debiti. E ora tu mi vuoi far credere che un bel giorno ti sei svegliato, hai comprato due biglietti a volo dall’India alla Francia, e che volevi farmi contento?- domandò con le braccia incrociate e appoggiato al muro.
Cross se la rise:
- Hai! Meglio farti conoscere la panzana più grossa del mondo! – disse con naturalezza, mentre si alzava, dava una pacca alla spalla di Allen e se ne saliva ai piani di sopra.
- Ah prima che mi dimentico. Verso le tre è venuto a bussare un certo ragazzo con la faccia appesa, i capelli neri con riflessi blu e una spada. Era scuro in volto. Cercava te e gli ho detto che non c’eri, ma lui è rimasto fuori ad aspettarti per mezz’ora. Che hai combinato?-
- Niente che ti riguardi- sbottò Allen sorpassandolo e pensando a quanto sarebbe stato fortunato se l’indomani non avesse incontrato Kanda.
Cross lo agguantò per un polso e gli disse severo:
- Vedi di non far succedere casini… Non voglio che passi dei guai…-
Ci fu un silenzio tombale.
Allen rimase ammutolito a quelle parole così… Così…

“ Solidali…”

- Umh….sì…grazie…-
Cross sciolse la presa, gli diede le spalle e ghignò ovvio:
- Altrimenti chi mi pulisce la casa?!-
Allen si dovette scorticare il fegato, per non scorticare lui.
“ Ci sono cascato di nuovo” pensò mentre si coricava a letto indispettito, mentre per la strada di quella via, Via dei Generali, sfrecciava velocissima una macchina di lusso…

Edited by Mizu De Tsuki - 31/8/2009, 13:53
 
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[.Neko.]
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 13:24




BELLISSIMA DAVVEWRO!!!!!

mi ha proprio rpesa!
 
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Train XIII
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 14:24




Bravissimo Yama, veramente bello, complimenti!!!!!
 
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Mizu De Tsuki
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 15:24




* si sente chiamato "Yama" Ah ma sei tu Lorenzo!èOé Non lo sapevo che avessi cambiato nick! xD*
Comunque grazie a te e ad Hachi!^O^<3
 
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>Geologo<
CAT_IMG Posted on 9/9/2009, 11:07




Fra bellissima fino al secondo capitolo xD
Ovvero fino a dove ho letto...
Dopo rischiavo la morte ç.ç
Lo sa ichen on posso leggere più di 1000 parole al giorno ç.ç
(a meno che non siano sovraimpresse in un video u.u)
 
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Shirogane
CAT_IMG Posted on 9/9/2009, 14:55




BRUTTO PORCO DI UN GEOLOGO è________________é

LE MIE FICTION NO PERò QUELLE DI FRà SI EH?


*offeso non parla + con geo*
 
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>Geologo<
CAT_IMG Posted on 9/9/2009, 15:01




Ero in debito con quello schifoso dittatore ç.ç
 
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Shirogane
CAT_IMG Posted on 9/9/2009, 15:27




qualcuno ha parlato?
 
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>Geologo<
CAT_IMG Posted on 9/9/2009, 15:46




Nessuno, nessuno u.u
 
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8 replies since 31/8/2009, 12:25   289 views
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